È sufficiente che manchi un solo giardino e tutto quanto sembra spopolato... Espatriati a partire dal 2013, e per tutto il tempo necessario per la realizzazione del complesso immobiliare One Monte-Carlo, i Jardins des Boulingrins sono tornati a occupare il posto che gli spetta, nello spazio sovrastante la Place du Casino. Alla fine dello scorso giugno, il Casino de Monte-Carlo ha così visto risorgere il verde e Monaco ha ritrovato il suo aspetto storico... Proprio come progettato 140 anni fa.
Un casinò su un altopiano: dalle Spélugues a Monaco
Tutto ha inizio con un progetto apparentemente folle: costruire un casinò sull'altopiano delle Spélugues, una terra arida e selvatica dove all'epoca avevano messo radici olivi e carrubi, una manciata di alberi da frutta e qualche ceppo di vite. L'idea? Porre rimedio alle problematiche finanziarie del Principato, dopo la perdita, nel 1848, delle città di Mentone e Roquebrune. Seguendo i consigli dell'imprenditore François Blanc, il Principe Charles III di Monaco decide allora di fare delle Spélugues un luogo di villeggiatura e di gioco per la nobiltà e l'alto borghesia europea. Il casinò apre i battenti nel 1863, l’Hôtel de Paris Monte-Carlo viene inaugurato solo un anno più tardi. E nel 1866, quello che era l'altopiano delle Spélugues s’inchina per prendere il nome di Monte-Carlo, in onore del Principe sovrano.
Giardini principeschi
Monaco conosce allora un vero e proprio boom. Con i suo casinò che si erge maestosamente sul promontorio, ora il problema del Principato consiste nel rivestire quella rocca pressoché denudata. I primi abbellimenti con verde e giardini riguardano soprattutto la Place du Casino, in cui vengono piantumati roseti, limoni e aranci. Ma S.A.S. il Principe Charles III nutre ben altre ambizioni e desidera che tutti gli stabilimenti della neonata Société des Bains de Mer (creata bel 1863) siano circondati da « giardini, boschetti, padiglioni e passeggiate, così da poter offrire agli stranieri un luogo di soggiorno confortevole e sontuoso ». Ed è così che, nel 1879, l'architetto paesaggista Édouard André, 39 anni, si vede affidare la creazione dei giardini.
Una creazione ex nihilo
Nel 1879, Édouard André è appena rientrato dal suo periplo botanico in America centrale e latina, ed è sulla base di una mente in cui è ancora impressa la meraviglia della lussureggiante foresta amazzonica, che questo talentuoso esploratore del mondo vegetale si lancia nella trasformazione degli spazi verdi di Monaco. È così che vede la luce, ex nihilo, « La Petite Afrique », giardini dalla vegetazione esuberante e tropicale. Un'esuberanza a cui André sceglie di affiancare le grandi linee dritte e regolari che caratterizzano i «giardini alla francese » dei Jardins des Boulingrins: manto erboso, ornato di cespugli in fiore, e contornato da palme e alberi, nella fattispecie Washingtonia robusta e da Brachychiton populneus. Si tratta di giardini eleganti che si estendono, lungo un dolce pendio, dalla Place du Casino fino all’avenue de la Costa. Ma perché « Boulingrins » ? Per via del « bowling green » - gioco di bocce tipicamente british praticato su manto erboso, e a cui i turisti inglesi si dedicavano già a quei tempi, proprio davanti al casinò, lungo le distese verdeggianti e inclinate. A tale declivio naturale, Édouard André sa innanzitutto adattarsi, includendo in quel terreno da gioco erboso un ruscello a cascatelle, che scorre giù fino a colmare una grande vasca.
Giardini eterni
Quasi un secolo e mezzo dopo, i Jardins des Boulingrins sono profondamente radicati nel paesaggio e nella memoria collettiva del Principato. Certamente, nel corso degli anni, il loro tracciato ha subito delle modifiche, ma la loro identità originaria, elegante ed esotica, è dal canto suo rimasta intatta. Quando nel 2013 questi spazi verdi sono stati « traslocati » al fine di accogliere i Pavilllons effimeri della Promenade Monte-Carlo Shopping, giusto il tempo di portare a termine il nuovo quartiere One Monte-Carlo e i lavori di ristrutturazione dell'Hôtel de Paris Monte-Carlo, era certamente inimmaginabile vederli rinascere una volta ultimata l'opera. Ma nel giugno 2019, dopo 6 anni di cantieri, la promessa è stata mantenuta !
I Boulingrins super green
Circa una cinquantina di piante «storiche» hanno così ripreso il loro posto lungo i nuovi spazi dei Boulingrins. Un rinascita molto attesa, per la quale bisogna dare merito all’architetto paesaggista Michel Desvigne, che ha fatto ricorso a ogni risorsa disponibile, tramite una ricerca documentaria, soprattutto fotografica, al fine di restituire alla creazione di Édouard André tutto il suo splendore. « C’era sola una regola specifica da rispettare », ci spiega Daniel Lambrecht, direttore immobiliare di Monte-Carlo Société des Bains de Mer: « ripristinare la famosa prospettiva che si apre sul Casino de Monte-Carlo. Inoltre la concezione dei giardini ha dovuto parimenti essere integrata nel contesto del nuovo quartiere One Monte-Carlo, tenendo conto del flusso della circolazione dei pedoni e dei veicoli, nonché degli eventi del Principato ».
I nuovi Jardins des Boulingrins appaiono quindi come « un anello di congiunzione tanto fisico quanto storico » tra La Petite Afrique e lo One Monte-Carlo, tra passato e presente. Meno minerali, e più verdeggianti, con i due spazi erbosi infossati, i nuovi giardini riprendono ulteriormente lo spirito « bowling green » dei tempi andati: due distese di verde, sono questi gli stendardi della green attitude, così cara a Monte-Carlo Société des Bains de Mer. I giardini sono sempre costellati di bacini e fontane, e contornati da « piante di specie molto diverse a seconda della zona in cui vi trovate ». Resta inoltre da notare la presenza di proteacee, tipiche dei paesaggi del Sudafrica. Una vegetazione attraverso la quale (e questa una novità) «... È ormai possibile incamminarsi direttamente, senza affrontare scalinate, lungo il pendio che va dall’avenue de la Costa fino alla Place du Casino ». Non c’era modo migliore di consentire ai camminatori di riappropriarsi pienamente di questi giardini, nel luogo che ospitava fino a poco tempo fa delle boutique di lusso. Édouard André può andarne fiero...
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